venerdì 18 novembre 2011

L'Azienda Campanacci è a Enologica 2011

Dal 18 al 20 novembre saremo ad Enologica 2011, il salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna, in programma al centro fieristico di Faenza.
Potrete degustare le nuove annate dei nostri vini: l’Albana secca “Ebiònd”, il Sangiovese “Morello” e il rosato frizzante “Caprifico”.
Inoltre, proponiamo anche il nostro olio extra vergine d’oliva e l’aceto balsamico, ottenuto nell'acetaia di famiglia col metodo tradizionale e invecchiato in batterie di oltre 40 anni di età.
Vi aspettiamo!!!

mercoledì 16 novembre 2011

Colline giallo zafferano a Faenza

Le colline di Faenza sono rinomate per i propri vini di qualità, per la gustosa frutta e per il pregiato olio di oliva. Non tutti sanno, però, che nelle colline di Faenza è possibile trovare anche coltivazioni di zafferano. La pregiata spezia di origine asiatica, infatti, ben si adatta anche al clima e al terreno di alcune aree romagnole, come testimonia l’ottimo prodotto ottenuto dall’Azienda Campanacci, nei pressi della torre di Oriolo.

«Abbiamo messo a dimora una ventina di chilogrammi di bulbi di zafferano, scegliendo un terreno argilloso con esposizione a Sud – spiega Marco Campanacci, contitolare assieme ai fratelli dell’azienda che produce principalmente vini – Si tratta di una piccola coltivazione e nostra intenzione è comunque quella di aumentarne la produzione negli anni a venire, tenendo sempre conto che si tratta di una produzione di nicchia».

La coltivazione dello zafferano era presente in Romagna già nel diciottesimo Secolo, come testimoniato da scritti di ordini religiosi dell'epoca. La carestia che colpì la regione negli anni 1765-68 portò all'abbandono di questa e altre colture di pregio, che lasciarono il posto alla coltivazione del grano e di altri prodotti necessari a fornire nutrimento alla popolazione. Da alcuni anni il Prof. Nino Tini ha reintrodotto la coltivazione dello zafferano in Romagna, dove i terreni e le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli.

«La fioritura quest'anno è avvenuta con una decina di giorni di ritardo, a causa della perdurante siccità e delle temperature relativamente miti – prosegue Marco Campanacci - Ogni mattino, per circa due settimane, si raccolgono a mano i fiori appena sbocciati, quindi si procede alla “sfioratura” e all’essiccazione degli stimmi (la parte del pistillo che riceve il polline durante l’impollinazione), che avviene in forno a 50 °C per circa un’ora. Finito tale procedimento lo zafferano è subito pronto da usare in cucina. I quantitativi di prodotto che si ottengono sono nell’ordine di pochi grammi a “sfornata”».